running: il viale del ritorno

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Scritto da Joe Caos

Corsa, strade solitarie, sassi, polvere sul cuore.

Il viale del ritorno è un luogo molto più frequentato e per certi versi più difficile del “viale del tramonto”. E’ fatto da strade solitarie, sassi, polvere sul cuore.

Sono stato un discreto runner in gioventù, ho disputato moltissime gare agonistiche ma sono ormai secoli che non corro per davvero. Non nego che negli anni un pensiero velato su un mio possibile ritorno alle competizioni mi è saltato in mente, ma poi studio, lavoro e anche la voglia di cimentarmi in altri sport ha sempre azzoppato questa mio desiderio, questo capitolo per certi versi chiuso bruscamente.

Come tutti coloro che poi non sfondano in un ambito specifico ho ancora quel sentimento strano, di lieve insoddisfazione, che mi fa credere di non essermi espresso davvero al meglio nell’Atletica. Ovvio che poi questo è un mio pensiero che potrebbe essere tutt’altro che giustificato, inoltre non ci sarà mai la controprova quindi rimarrà per sempre soltanto una digressione della mente.

Quanti di voi capiscono e provano quello che sto dicendo?

L’Atletica è rimasta nella mia mente come un amore sofferto, un qualcosa che attrae fortemente da un lato ma da starsene beatamente alla larga da un altro. Per quindici anni ho vissuto all’interno di questo contrasto fino a quando questo sport meraviglioso è finito nel dimenticatoio del mio cervello e tanti saluti.

Poi però qualcosa è cambiato di nuovo, come l’eterno ritorno di Nietzsche e così non solo ho deciso di allenarmi per l’atletica ma ho la consapevolezza che questa volta lo farò davvero (tante volte ho ripreso e smesso, un po’ come l’ultimo pacchetto di sigarette di Zeno). Spiegare il motivo di questa consapevolezza ritrovata sarebbe lungo e forse anche noioso, magari però lo farò in un altro post anche perché ora mi piacerebbe affrontare un argomento diverso, ovvero, COME SI RIPRENDE A CORRERE DOPO TANTISSIMO TEMPO? E soprattutto, come fare ad ingannare la mente per accettare il fatto che in quindici anni di cose ne sono cambiate parecchio?

L’approccio potrebbe essere traumatico, almeno per me lo è stato parecchio. Mi trovo ancora nella fase iniziale, la peggiore, ed ogni giorno che mi alleno è una tortura, non solo perché la mia andatura è lentissima ma perché le sensazioni che provo sono devastanti. Se fosse soltanto una questione di fatica sarebbe gestibile, ma a volte ho come l’impressione che il corpo non rispondesse agli stimoli e di sicuro, la mente e le gambe sono totalmente scollegate, in disaccordo potremmo dire.

Il mio approccio alla questione è quello di prendere il toro per le corna, ovvero allenarmi tutti i giorni  (alternando corsa a bicicletta e pesi) per stimolare l’organismo continuamente sperando che quest’ultimo reagisca il più velocemente possibile.

Malgrado tutto non so per quale motivo sono ottimista! Credo che in poco tempo la mia situazione cambierà parecchio ed è proprio questo che vorrei trasmettervi, un po’ come la bellissima canzone “VIVERE” DI VASCO ROSSI, perché domani sono sicuro sarà davvero MEGLIO.

Vi terrò aggiornati dei miei progressi postando tutto il mio piano di allenamento di settimana in settimana.