C'è sempre un posto giusto... e si chiama Volontà!
Chiudo l'ambulatorio! Basta lavorare, ho voglia di correre, saltare, stare all'aria aperta, insomma l'Atletica mi chiama prepotentemente ed io mi cambio, sfilo la giacca, la cravatta e come fossi Clark Kent divento il super eroe sportivo delle 17:15.
Il campo della mia città è veramente ridotto male, il tartan è ormai quasi scomparso dalla pista, il prato è giallo e secco e intorno a me c'è un'aria davvero decrepita.
Me ne frego, perché un campo è sempre un campo e per me significa staccare da tutto, dal lavoro ovviamente e dagli sbattimenti della vita moderna. Invidio chi ha la possibilità di allenarsi in una struttura adeguata, anzi, tutti gli atleti professionisti e non che si trovano in questa situazione devono ritenersi dei grandi privilegiati.
Fare sport, a qualsiasi livello è un dono immenso che bisogna rispettare e farlo in uno spazio degno è davvero il massimo. Per motivi lavorativi e ovviamente per piacere ho girato l'Italia in lungo e in largo e la questione "condizioni generali di un campo di Atletica" è davvero deprimente. Le cose sono peggiorate moltissimo negli ultimi quindici anni e questo non è da attribuirsi soltanto alla crisi economica. Ovviamente ora ci sarà qualcuno che mi urlerà: “ma con tutti i problemi del mondo, gli attentati, i giovani disoccupati ecc ecc. tu stai a pensare ai campi di Atletica?”. La risposta è "SI !!!" e non lo dico con leggerezza.
Lavorando nel campo della sanità pubblica conosco abbastanza bene le necessità primarie e anche le grandissime difficoltà di budget che ogni giorni devono fronteggiare le AUSL per garantire un'assistenza il più possibile decorosa. Questa non vuole essere una provocazione ma secondo me, un ospedale e una pista di Atletica hanno la stessa gigantesca importanza